top of page

L’EQUINOZIO DI PRIMAVERA: LO SPIRITO E LA MATERIA.

Editoriale del N.17 della rivista "SOPHIA ARCANORUM" - Anno VI - 2° trim. 2016.

di Nelchael

Siamo prossimi all’equinozio di primavera. Anche nei numeri passati di questa rivista abbiamo trattato del tempo ciclico e di quello lineare, dei corsi e ricorsi che interessano il divenire dell’uomo e della legge universale che governa la natura intera. Oggi non voglio soffermarmi sull’aspetto astrologico dell’equinozio, vado oltre e mi soffermo sulla natura umana e sulla sua rigenerazione.

Nel campo della fisica, chi ha studi scientifici ha sicuramente incontrato il postulato di Antoine Laurent de Lavoisier (chimico, fisico e filosofo del ‘700), che recita: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

Chiaramente questo postulato deriva dalle osservazioni e sperimentazioni sulla materia, ma badate bene che Lavoisier fu anche un filosofo e viene considerato come il padre della chimica moderna e della filosofia della scienza. Le aberrazioni della rivoluzione francese lo portarono sul patibolo all’età di 51 anni, condannato alla ghigliottina più per il suo pensiero aristocratico che per un suo presunto tradimento.

Nel campo della filosofia, invece, già nel V sec. a.C., Eraclito con l’aforisma “panta rei” (tutto scorre) esprime il concetto che indica l’eterno divenire di ogni cosa, così anche per l’uomo giacché egli è soggetto alla legge universale del Logos.

La ciclicità degli equinozi e dei solstizi, e tutto ciò che avviene in ricorrenza di queste particolari fasi dell’eterno divenire, rappresenta, in modo quasi lapalissiano, la dimostrazione dell’una e dell’altra concezione espressa da Lavoisier e da Eraclito.

L’uomo è elemento essenziale dell’universo, indicato spesso come microcosmo che si specchia nelle leggi regolatrici del macrocosmo. Egli risponde sia alle leggi fisiche e chimiche, sia alle leggi spirituali.

La materia di cui siamo composti subisce una trasformazione di degrado che muta la sua natura durante le fasi della sua metamorfosi, ma nulla si distrugge di essa. Anche lo spirito che è incarnato e che anima la materia (per questo da alcuni è impropriamente chiamato ‘anima’) ha un suo divenire condizionato dalle azioni dell’uomo.

La materia è connessa allo spirito e viceversa, in un equilibrio che può essere alterato dalla predominanza e dai richiami della prima con conseguente corruzione e involuzione spirituale.

Nella tradizione dello Gnosticismo l’umanità è divisa in Ilici, Psichici e Pneumatici.

Gli Ilici, i profani ignoranti, sono legati ai valori più bassi della materia, all’accumulo della ricchezza e a misurare i propri simili in base al loro avere e non all’essere, prigionieri di passioni smodate che li rendono irruenti, irascibili, invidiosi.

L’uomo Psichico, anche se capace di scegliere diversamente, dedica la sua esistenza terrena al culto dell’ego, alla ricerca della propria affermazione a costo di atti sleali, tradimenti e mediocri camuffamenti, attitudini che solitamente denunciano un disturbo narcisistico della personalità.

Ma gli Pneumatici, i veri Iniziati, che seguono incessantemente la via spirituale e che hanno reale consapevolezza della loro origine e del loro fine, saranno in grado di nobilitare anche la materia stessa e realizzare solo un’evoluzione verso la loro rigenerazione e reintegrazione al Pleroma.

Adesso prestiamo attenzione a quanto affermato dagli alchimisti. Essi trattano la trasformazione della materia né più né meno come la trasmutazione dello spirito. La loro azione è una clonazione del processo derivato dalla legge universale regolatrice della natura intera.

Così recitano alcuni motti noti a pochi eletti:

- “La natura non crea nulla se non è impregnata dallo Spirito”;

- “Dove i princìpi mancano, i risultati sono imperfetti”;

- “L’Arte comincia dove la natura cessa di agire”.

L’equilibrio tra luce e buio che avviene all’equinozio di primavera può essere paragonato all’equilibrio tra Spirito e materia che aiuta l’evoluzione dell’uomo in armonia con la natura.

L’equinozio di primavera è il momento in cui avviene il risveglio della natura che ciclicamente si rigenera, si rinnova, e noi assistiamo a una vera trasmutazione alchemica.

Ma se “i princìpi mancano, i risultati sono imperfetti”, come un albero sopraffatto da polloni selvatici soffrirà e non sarà più fruttifero. E allora “l’Arte comincia dove la natura cessa di agire” e la mano esperta di chi è in possesso dell’Arte e ha amore per l’albero procederà alla giusta potatura per favorire la nuova vegetazione per produrre copiosi frutti.

bottom of page